Snoopy e la follia umana

 

Snoopy il cane di livorno ucciso

 

Una mattina come tante, alla ricerca di un po’ di fresco in una calda giornata d’estate. Da una parte un cane che abbaia dal terrazzo felice per il rientro dei proprietari, dall’altra un uomo che, terminato un turno di notte, cerca di dormire.

Si sa, il caldo e la stanchezza sono una miscela esplosiva, la mente gonfia i pensieri nel martellio continuo di un rumore che ti impedisce di fermarla e di scivolare nel silenzio del sonno.

Ad un certo punto scatta la reazione che ti porta ad urlare dalla finestra o, come in questo caso, ad impugnare una carabina ad aria compressa e sparare per far vedere al mondo che riesci a vincere ciò che ti è di ostacolo, per insegnare a quel cane che si deve aver rispetto per chi è così stanco, per dare una lezione a quei proprietari, che ignorano il tuo malessere.

Il caso ha voluto che quel pallino sparato solo per dare una lezione sia stato invece mortale e quella mattina come tante altre sia stata trasformata in una tragedia.

Chi ne ha fatto le spese è stato il povero Snoopy. La sua sola colpa? Abbaiare per il ritorno dei suoi proprietari, esprimere la sua gioia.

Credo che anche la coscienza di Massimiliano Giunta sia stata pesantemente segnata e spero che il senso di colpa sia per lui un monito per ricordare i limiti da rispettare per il rispetto del diritto alla vita e alla libertà degli altri.

 

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Purtroppo questo non è l’unico caso, spesso si leggono notizie di cani uccisi per puro divertimento o perché ritenuti ormai un fastidio: ne sono esempi Angelo, tristemente noto sui social per la vicenda dei quattro ragazzi che per divertimento a Sangineto decisero di legarlo ad un albero, i tanti cani dei cacciatori misteriosamente scomparsi nei boschi perché non performanti per la caccia, i cani anziani abbandonati sulle strade o nei canili perché giudicati un peso e tutti i cani lasciati perché dopo qualche giorno, mese o anno ci si rende conto che non sono giocattoli da mettere via quando non si ha voglia di stare con loro, ma esseri viventi che comportano amore, impegno e sacrificio.

Ritengo questi atti vili e senza nessuna attenuante perché lesivi di quel patto di fiducia inviolabile con un altro essere vivente. Personalmente tra l’abbandono e l’uccisione non trovo molta differenza. Nel momento in cui si lascia volontariamente un cane legato davanti ad un canile o in autostrada, oppure nel momento in cui gli si spari addosso per farlo spaventare, trascurando le conseguenze fisiche e psicologiche.

Chi è capace di tanta crudeltà perde ogni dignità umana, ad una persona del genere dovrebbe essere proibito essere proprietario anche di un pesce rosso. Sicuramente ci sarebbe bisogno di un percorso psicologico per lo studio della sanità mentale del soggetto nonché di una condanna commisurata alla gravità del gesto al fine rieducativo magari in ambito di canili o strutture che si prendono cura degli animali, piuttosto che la pena carceraria.

In un mondo in cui persino le donne sono a volte ancora ritenute un oggetto, c’è bisogno di sensibilizzare ed educare le persone al rispetto dell’altro, alla comprensione e alla pacifica convivenza. Con questo mi rivolgo anche a quei proprietari che lasciano abbaiare i cani nelle aree loro dedicate per ore o che li lasciano sporcare sui portoni o sulle soglie dei negozi.

Avere un cane significa avere rispetto per lui e per le sue esigenze, ma anche educarlo ad esprimerle rispettando coloro che ci circondano.

Gli atti di avvelenamento e le uccisioni violente non sono mai giustificabili, ma sono sicura che se tutti guardassimo alle necessità di chi abbiamo vicino sarebbe più facile disarmare i vili togliendo loro la possibilità di compiere atti incivili dietro cui si celano debolezza e bisogno di rivalsa verso il mondo a spese di chi si fida ciecamente e di chi non può difendersi.

Per far conoscere a queste persone la bellezza dell’amore di un animale si può percorrere solo la strada del rispetto e dell’educazione. Spuntate tutte le loro armi, nutro la speranza che anche per loro si possa aprire uno spiraglio di luce e di matura consapevolezza.

La statua di Snoopy eretta a Livorno nel parco di Villa Fabbricotti, uno dei più frequentati della città, ricorda a tutti questa speranza e quanto ancora l'uomo debba lottare per migliorare sé stesso.

Valentina Cavallini, Istruttore Cinofilo Dobredog Livorno

 

 

 

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