Progetto Genitorialità
Genitori e figli a confronto
Il progetto che abbiamo portato avanti nella scuola materna Cottolengo di Vecchiano mi ha coinvolto in maniera profonda sia come istruttore cinofilo sia come genitore.
Purtroppo mi rendo conto che viviamo in un mondo frenetico in cui noi genitori abbiamo mille impegni, siamo connessi alla vita tramite un telefono e spesso ci sfugge la realtà che abbiamo sotto gli occhi, non ci accorgiamo né di quello che ci accade intorno né delle richieste di attenzione dei nostri figli tanto siamo assorbiti dal ritmo frenetico della nostra vita.
Anche i nostri figli d’altronde hanno una vita sociale che probabilmente noi alla loro età non ci saremmo mai sognati, settimane ricolme di sport, merende, strumenti musicali e lingue che portano tutta la famiglia a correre tutti i giorni, senza avere un momento per fermarsi e vivere esperienze insieme.
Questo vivere in maniera vorticosa ti fa perdere tanto e quando arrivi a sera ti domandi che cosa sei riuscito a trasmettere ai tuoi figli durante la giornata la risposta più sincera ed immediata sarebbe niente, poi, pensandoci meglio, ti rendi conto che tra una corsa in palestra con la merenda di traverso, la doccia e lo spignattamento della cena qualcosa di buono hai detto e fatto e magari sei riuscito anche a dare dei buoni insegnamenti.
Il progetto e l'intervento dei cani
Tutto ciò cosa c’entra col nostro progetto? Ecco noi abbiamo voluto creare una parentesi di condivisione tra genitori e figli all’interno della frenesia della settimana, un momento solo per loro senza distrazioni né cellulari, che i bambini hanno requisito con gioia e spesso anche con un atteggiamento di rivalsa nei confronti dei titubanti adulti.
Perché con i cani? Prima di tutto perché gli animali, ed in particolare i cani, sono catalizzatori di attenzione e in un ambiente come la scuola, in cui sono un elemento estraneo, creano una rottura degli schemi di routine, per cui abbiamo un ambiente familiare per lavorare con i bambini, ma una situazione completamente diversa da affrontare rispetto alle normali attività scolastiche. Questo ci da modo di introdurre il genitore in un nuovo schema: essere accanto al proprio figlio in un ambiente in cui solitamente è escluso e condividere con lui attività che entrambi non hanno mai fatto. Tutto questo crea complicità e fiducia.
Per molti bambini il solo approcciarsi al cane è stato un momento di difficoltà: chi per paura, chi per troppa esuberanza, ed i genitori sono stati chiamati non solo a gestire la situazione, ma a viverla a fianco dei loro figli, magari camminando in ginocchio per essere più a misura di bambino ed approcciarsi al cane fisicamente alla stessa altezza del proprio figlio, cosa che nessuno di loro si sarebbe sognato di fare se si fosse trovato in una piazza o in un parco, ma in quel momento, nella nostra parentesi, hanno avuto sia il modo che il tempo per farlo, con grande soddisfazione del bambino.
Sono stati alternati momenti di gioco con i cani in cui genitori e figli hanno formato dei binomi che dovevano affrontare gare ad ostacoli con i piedi legati l’uno all’altro, percorsi di fiducia in cui il genitore bendato veniva condotto dal bambino fino ad un cane che doveva essere approcciato nel modo corretto, ma che in realtà si rivelava finto, con sommo divertimento di tutti i bambini, cacce al tesoro in cui le coppie dovevano nascondere biscotti poi cercati dai nostri cani, non senza incoraggiamento e suggerimenti dei piccoli aiutanti.
L’orgoglio di questi bimbi nel condurre il genitore bendato fino al punto di arrivo e la responsabilità con cui veniva fatto il percorso ci hanno fatto capire quanto nel nostro correre sottovalutiamo le capacità dei nostri figli, che aiutiamo più per l’esigenza di far presto che per una loro effettiva carenza di indipendenza.
Sempre in presenza dei nostri cani è stato creato anche il momento del disegno, che poi si è trasformato nel momento dell’abbraccio. Nel corso del nostro progetto infatti siamo partiti facendo sedere genitori e figli insieme ai banchi, poi però ci siamo resi conto che i bambini preferivano stare seduti per terra, abbracciati al genitore disegnando liberamente a contatto con loro.
L'obiettivo del progetto
Alla fine di questi laboratori in cui i genitori dovevano indovinare chi o cosa fosse stato disegnato dal proprio figlio, ci sono stati dei momenti di sincero divertimento, ma non sono mancate lacrime di commozione e a volte anche di amarezza, nell’accorgersi che spesso non siamo capaci di comprendere neanche un semplice disegno, e questo da genitore non è facile da mandar giù.
La nostra speranza è di aver aiutato i genitori a capire quanto sia importante condividere la vita insieme ai figli e non solo correre a fianco a loro da un posto ad un altro: sicuramente l’aiuto dei nostri cani è stato fondamentale per creare la giusta atmosfera e la situazione ottimale per farlo.
Il nostro progetto ha l'obiettivo di poter donare a queste famiglie dei momenti insieme di comprensione reciproca e di condivisione di cui poter parlare con il resto della famiglia, magari con la televisione spenta e il cellulare relegato in un’altra stanza.