Conoscere il cane:
un viaggio fatto di giochi e storie vissute da dentro con l’aiuto dei nostri cani

Il progetto, sostenuto dall'associazione Una Goccia Onlus, che abbiamo presentato alla scuola primaria di Marti si intitola “Conoscere il cane” e i destinatari erano i bambini dai sei ai dieci anni. Vista la grande differenza di età non è stato semplice presentare temi che potessero coinvolgere ogni classe.
Il titolo poteva far pensare a noiose lezioni davanti ad un proiettore, ma per quello che rappresentano per noi istruttori cinofili, della Scuola di Istruzione e Cultura cinofila Dobredog, i nostri cani e per quello che è il nostro lavoro con loro, lo scopo era di presentarli non come un trafiletto di enciclopedia, ma come un caleidoscopio puntato su una realtà così vicina e diversa dalla nostra.
Non abbiamo raccontato storie sui cani, abbiamo fatto vivere la realtà dei cani facendo immedesimare i bambini in loro, comprendere vivendo da dentro non guardando da fuori.

Coinvolgere i bambini è facile, la loro immaginazione è sempre pronta, più difficile è mantenere la loro attenzione e per questo abbiamo tolto i banchi di mezzo e, seduti per terra, abbiamo immaginato border collie che radunano greggi sulle colline della Gran Bretagna, aggiunto lupi, orsi e cacciatori per poi toglierli tutti perché avevamo scoperto che nel Regno Unito i predatori non ci sono e neanche i cani guardiani per le pecore, ma solo conduttori.
Abbiamo fatto la ginnastica dei cani per capire come si muovono, perché si rotolano e si annusano e perché non riescono a grattarsi la schiena con le zampe anteriori e noi invece si.
La parte più significativa è stata la comunicazione: far capire ai bambini quanto sia difficile per chi non parla farsi comprendere da noi che siamo pieni di parole, un semplice gioco, in cui si doveva far arrivare un messaggio all’altro gruppo senza poter dire una parola, ha visto partecipare attivamente tutti i bambini con tantissimo entusiasmo superare divisioni e antipatie nello sforzo di farsi comprendere. Poi, dimostrare loro come invece sia semplicissimo far capire ad un cane il linguaggio del corpo e da lì ripartire con un ciclone di domande su come comunicano a distanza e da vicino e sul perché tutti abbiano sempre detto che se un cane scodinzola è felice e invece scoprire che non è per niente così e che insomma questi adulti a volte sbagliano a dire le cose e che loro che son bambini forse ne sanno più dei grandi.
Anche nell’approccio abbiamo constatato che gli adulti mica sanno bene le cose dei cani e che sarà il caso che la mamma impari che il cane non va toccato sulla testa e che anche la maestra sbaglia e se parte una sgridata a voce troppo alta quando il cane è in classe verrà sgridata a sua volta pure lei perché lo hanno imparato che la prima regola per stare con i cani è proprio parlare a bassa voce.
Scopri come diventare Educatore Cinofilo
Per saperne di più

Il nostro è stato un viaggio fatto di giochi e storie vissute da dentro con l’aiuto dei nostri cani presenti per farsi osservare, coccolare, fare attività di ricerca e problem solving e all’occorrenza i "classici" esercizi di base; sarebbe stato impossibile conoscere un cane senza affidarsi alla sua presenza, dando la possibilità ai bambini di essere a contatto con cani di età e grandezze diverse e vedere che pur essendo della stessa specie anche loro come noi hanno caratteri diversi, reagiscono in modo diverso e risolvono i problemi ognuno a suo modo.
Dare la possibilità di conoscere il cane nella storia, nei mestieri nella quotidianità è stato presentare qualcuno che ci è così vicino eppure ci è così lontano nel modo di comunicare, un po’ come può capitare che un compagno pur essendoci vicino non riesca a farsi capire.
Possiamo dire di aver fatto conoscere il cane aprendo una finestra su un mondo che è diverso dal nostro per far comprendere che bisogna dare attenzione a tutto ciò che è altro da noi e che non è detto che se qualcuno non parla come me questo voglia dire che da me non voglia essere compreso, indipendentemente dal fatto che abbia due piedi o quattro zampe.
Spero vivamente che nel cartellone fatto di immagini raccolte dai bambini si legga la passione che ci hanno messo per imparare davvero a parlare con i cani, perché per loro che sono così piccoli è importante saper comunicare, riuscire a comprendere e a farsi a loro volta capire.
Non so se sono stata io ad insegnare a loro o viceversa, so di sicuro che il contatto con il loro modo di pensare, la spontaneità e la fantasia mi hanno arricchito moltissimo e porterò tutto ciò che ho imparato nel prossimo progetto e lo farò con ancora più entusiasmo.
Valentina Cavallini, Istruttore Cinofilo Dobredog Livorno