Progetto Caredog:

Quando il prendersi cura aumenta la fiducia in se stessi

Caredog - progetto socio assistenziale tra il Centro Cinofilo Dobredog e Caregivers Pisa

 

Nell'estate 2018 l'Associazione DobreDog ha ritirato assieme al Comitato Etico dei Caregivers il premio Verdigi; da lì è iniziata la collaborazione per la strutturazione del progetto CAREDOG.

I ragazzi, cuore pulsante del progetto:

Il progetto CAREDOG è dedicato ai ragazzi che fanno parte del Caregivers di Pisa, in particolare ad Andrea B, Marco, Sara, Giacomo, Alessio, Andrea C e Federico.

Ognuno di loro ha la propria storia, fatta di alti e bassi, legata alla loro unicità.

Quello che li accomuna tutti però, è la straordinaria voglia di vivere, di farsi sentire e di confrontarsi con il mondo.

Il gruppo è estremamente eterogeneo, ognuno a modo suo porta il proprio contributo, vive la vita con una propria metodologia, e i ragazzi, già affiatati da diversi anni di condivisione delle attività, si danno una mano a vicenda. Il progetto che li coinvolge mira a trasformare le difficoltà di ciascuno in opportunità.

Durante il percorso Dobredog ha potuto contare sulla costante e preziosissima presenza degli Educatori dei ragazzi, che li accompagnano in diversi momenti della quotidianità. Il lavoro di equipé diventa fondamentale nel momento in cui si vuole un risultato concreto: affidandoci alla loro esperienza e conoscenza dei ragazzi sono state strutturate nel modo migliore possibile tutte le attività.

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Strutturazione del progetto e organizzazione delle attività

Il progetto, iniziato il 16 febbraio, terminato il 12 novembre, per un totale di 14 incontri da due ore ciascuno. 

Inizialmente le attività si sono concentrate su incontri volti a favorire conoscenza tra i ragazzi e lo staff Dobredog, con il fine di creare un legame di fiducia reciproca, di  cogliere le peculiarità di ognuno di loro e di ideare esercizi su misura. 

Successivamente sono stati introdotti tutti gli strumenti di lavoro del cane, dai guinzagli alla ciotola. Famigliarizzare con essi ha consentito ad abituarli all'idea di condividere lo spazio con il cane, di conoscere e imparare a rispettare i suoi bisogni e le sue necessità.

Tra simulazioni e risate, i ragazzi hanno imparato con l'ausilio di un cane di legno, le regole per il corretto approccio e le modalità con cui entrare in contatto fisico con il cane.

L'ingresso dei cani, il primo approccio e i primi contatti

Alù, coccolosa Golden Retriver di Caterina, ha cominciato ad entrare nella struttura e a partecipare alle attività, avvicinando i ragazzi a una realtà nuova. Con lei dopo alcuni incontri si sono uniti anche i 4-zampe di Valentina Cavallini: Zeredis, un vecchietto e lavoratore Border Collie, Bella, una piccola meticcia tanto delicata quanto assertiva, e Cindy, un autentico uragano di energia.

Le attività che sono state svolte finora hanno portato i ragazzi ad avere una maggior competenza cinofila generica e specifica: attraverso laboratori sensoriali, piccole presentazioni visive, simulazioni e la Comunicazione Aumentativa Alternativa hanno potuto scoprire il mondo attraverso gli occhi di un cane.

La Comunicazione Aumentativa Alternativa è una tecnica comunicativa usata per facilitare e migliorare la comunicazione delle persone che hanno difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi, soprattutto il linguaggio orale e la scrittura.

Il sistema associa le parole a simboli o immagini che le rispecchino, al fine di arricchire le possibilità comunicative utilizzando strategie diverse come tabelle o software dedicati. 

I ragazzi del Caregivers utilizzano questo tipo di comunicazione da tempo, così è stato pensato di creare un legame tra le loro conoscenze e le nuove competenze cinofile, per dare un senso di continuità e soprattutto per facilitare l'apprendimento. 

Con le indicazioni e le attenzioni di Caterina Scarpa e Valentina Cavallini, Istruttrici Cinofile coinvolte nel progetto, i ragazzi hanno imparato a valutare la comunicazione del cane, in particolare a individuare i segnali di stress e ad agire di conseguenza, cercando di far sentire i nostri cani più a loro agio possibile durante gli incontri.

L'idea e l'obbiettivo di questa attività era di facilitare la comunicazione non verbale e paraverbale così come fanno i cani, e far sentire maggiormente coinvolti e inclusi i ragazzi non verbali.

Prendersi cura del cane aiuta a sentirsi utili, aumenta la propria autostima, i ragazzi si attribuiscono un ruolo, e la spontaneità e il desiderio del cane di interagire con loro li fa aprire di più nei confronti del mondo, conquistando fiducia.

Come una cascata di eventi che non si può fermare, dalla fiducia in se stessi si arriva alla conquista di maggiori autonomie e alla sicurezza di prendere l'iniziativa, che sono proprio l'obbiettivo di questo progetto.

Caredog - progetto socio assistenziale tra il Centro Cinofilo Dobredog e Caregivers Pisa
Caredog - progetto socio assistenziale tra il Centro Cinofilo Dobredog e Caregivers Pisa
Caredog - progetto socio assistenziale tra il Centro Cinofilo Dobredog e Caregivers Pisa

Dalla struttura al mondo reale: un percorso di inclusione e apertura sociale

Altra parte fondamentale del progetto è quella dell'inclusione sociale: obbiettivo raggiungibile grazie alla cooperazione tra tutti: ragazzi, educatori, genitori e  istruttori cinofili.

Una volta acquisite le competenze di base e conquistata la fiducia, le attività sono state spostate fuori dalla struttura nel centro di Pisa, per amalgamarsi nella società con l'importante mediatore a 4 zampe, che svolge la funzione di polo di attrazione per le persone.

Le uscite all'aria aperta portano i ragazzi a mettersi in gioco, ma allo stesso tempo li rende partecipi della vita quotidiana e, essendo guidati e supportati dai cani e dai loro Educatori, punto di riferimento stabile e fondamentale, si sentono spalleggiati e prendono maggiormente coraggio ad interfacciarsi con il mondo esterno.

Quando si tratta di inclusione sociale, non bisogna pensare che si applichi sempre e solo a senso unico, anzi, l'inclusione è un processo a due vie. 

Parte della società tende a ignorare l'esistenza di questi ragazzi, tuttavia sono tanti quelli che di fronte a loro si sentono a disagio, non sanno come approcciarsi né come comunicare, e questo non certo per cattiveria o volontà, ma per incapacità personale di abbattere le barriere visive e mentali che si costruiscono involontariamente nel tentativo di non urtare la sensibilità del prossimo.

Ai ragazzi questo atteggiamento appare di chiusura e così spesso i due mondi non riescono ad entrare in contatto.

Ecco perché è importante uscire fuori con i cani e con gli Operatori: mettiamo in discussione noi stessi e la società, abbattendo le barriere dell'ignoranza e aiutandola a capire i vantaggi enormi che porta il confronto.

Caterina Scarpa, Istruttore Cinofilo Dobredog Pisa

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