Omeopatia per i cani.
Funziona o no?

Prendersi cura dei nostri amici animali è di fondamentale importanza tanto che ognuno di noi al giorno d’oggi ha il numero del veterinario salvato nella rubrica del proprio smartphone. Sempre pronti a contattarlo con un messaggio whatsapp qualora viene notato qualcosa di anomalo nel proprio pet o nel momento in cui si abbia qualche curiosità in merito alla dieta, ai rimedi e quant’altro riguardi il benessere fisico del nostro caro animale.
Il 10 aprile ricorre la Giornata dell'Omeopatia, una festa nazionale, anzi mondiale: è la festa di chi sceglie liberamente come curarsi, e a chi affidarsi; un differente tipo di approccio sul quale bisogna fare ancora molta chiarezza ma che sta prendendo una direzione alquanto interessante anche nel mondo della medicina veterinaria. In questo articolo analizzeremo meglio cosa significa però affidarsi a questa pratica quando di mezzo vi è la salute del nostro fedele compagno di vita.

Il significato etimologico del termine deriva dalla lingua greca: òmios, <<simile>> e pàthos <<sofferenza>>; una pratica di medicina alternativa studiata dal medico tedesco Samuel Hahnemann, secondo cui per curare un sintomo bisognerebbe assumere una sostanza che ne provochi uno affine (un bruciore si dovrebbe trattare con una sostanza che provoca ugualmente bruciore, come il peperoncino; l’insonnia, con una sostanza che provoca insonnia, come il caffè, e così via).
L'omeopatia servirebbe quindi a curare delle malattie senza l'uso di farmaci classici avvalendosi di sostanze che diluite nel modo adatto sarebbero in grado di riprodurre i sintomi di una malattia; più è diluita la sostanza e più funzionerebbe. Detto così può sembrare strano e un po’ di dubbi con le attuali scoperte nel campo della medicina tradizionale è normale che sorgano spontanei. Dubbi pertanto che hanno acceso negli ultimi anni un dibattito centrato sulla dimostrabilità dell'approccio omeopatico e sulla sua effettiva efficacia terapeutica, nonché sulla validità dei principi fondanti andando a dividere l'opinione popolare tra chi la condanna come una sorta di pratica magica o effetto placebo e chi la difende a spada tratta.

Parlando di cura per i nostri animali, in questo caso, che è quello che in questo articolo ci interessa davvero, viene fuori un dato interessante, ovvero la possibile confutazione che possa trattarsi di un effetto placebo; gli animali, infatti, non possono sapere di essere sottoposti a una terapia e non possono, quindi, convincersi di eventuali effetti benefici e miracolosi.
Nel mondo a quattro zampe l’omeopatia è usata per curare sia patologie acute che croniche: dalla tosse ai reumatismi, passando per l’artrosi e le malattie dermatologiche, le allergie e le intolleranze con articoli scientifici relativi a casi clinici a prova dell'efficacia da dati osservabili sia sul lungo che il breve periodo.
Ormai da anni l’omeopatia è usata in veterinaria riscuotendo discreto successo e insignita del titolo di medicina complementare più affermata e conosciuta, caratterizzata dal rispetto della concezione globale dell’essere volta non solo al riparo dell’organo ammalato, ma al riequilibrio dell’intero organismo. L’omeopatia veterinaria è una disciplina relativamente giovane rispetto alla conosciutissima omeopatia umana e sta iniziando in questi ultimi anni ad aprirsi una strada per la cura e la prevenzione della malattie dei nostri amici a quattro zampe.
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