Giornata Internazionale Diritti degli animali

Zampa di un cane che stringe mano umana per Giornata internazionale diritti sugli animali

Il 10 Dicembre del 1948 l’Assemblea delle Nazioni Unite si riunì per redigere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. In essa venne sancito il rispetto e la dignità per ogni essere umano che sono le basi fondamentali per la libertà, la giustizia e la pace nel mondo. Dopo l'uscita di questa dichiarazione alcune associazioni lottarono per estendere questi diritti anche per altri esseri viventi che non avendo il dono della parola non potevano esprimersi, protestare e raccontare gli abusi che avevano subito.
Oggi, grazie all'associazione animalista inglese Uncaget Campaigns che lottò per poter inserire questo evento nel calendario nel 1998, si celebra il ventesimo anniversario della Giornata mondiale sui diritti degli animali; grande vittoria per ricordare alla società che la libertà, la giustizia e il rispetto sono valori fondamentali per ogni singolo individuo, senza distinzioni di razza, genere, posizione sociale e specie.
Tutt'oggi movimenti associazioni e un numero sempre più elevato di cittadini lottano per poter riformare le leggi, così che gli animali non vengano più considerati come oggetti, ma soggetti che hanno il diritto di essere rispettati.

Dove si fondano le radici di questa ricorrenza?

Il fulcro di questa giornata affonda le sue radici nell'etica animalista: il tema del rapporto uomo/animale è, nella cultura occidentale, al centro di un dibattito che si sviluppa nell’antichità e che giunge senza soluzione di continuità fino ai nostri giorni, quando acquisisce una particolare centralità con la nascita, intorno agli anni settanta del secolo scorso, di una vera e propria «questione animale».

Figure di pensatori molto diversi tra di loro contribuiscono da più parti nello stesso periodo a fondare un vero e proprio pensiero animalista, tra cui il filosofo australiano Peter Singer, con il suo volume "Liberazione animale", del 1975, fondatore della corrente di pensiero che prende il nome dal titolo del suo libro e Tom Regan, anch’egli filosofo e leader mondiale del movimento per la rivendicazione dei diritti che gli animali hanno nei confronti dell’uomo, con il suo saggio "I diritti animali" del 1983.

Cos'è cambiato ad oggi?

Attualmente sempre più persone dimostrano di avere maggiore consapevolezza sulle terribili condizioni in cui vivono ancora molti animali, ma la strada è ancora lunga perché queste situazioni pur spesso denunciate, trovano ancora indifferenza nella società o indignazione nelle persone che in un primo momento si dimostrano interessate per poi dimenticarsene poco dopo.
Ad esempio le condizioni degli animali che vivono in allevamenti intensivi in situazioni igienicamente pessime e trattati disumanamente e quelli da compagnia adottati irresponsabilmente, per poi essere abbandonati per strada o rinchiusi tutta la vita in spazi ristretti.
Comportandosi in questo modo non si porta rispetto all'animale e si dà valenza zero alla sua vita.
Sono situazioni orribili, che particolarmente in questa giornata vengono portate alla luce, nella speranza di sensibilizzare altre persone e combattere tutti uniti per tale causa.

Cosa possiamo fare?

Non bisogna ricordarsi delle condizioni di vita degli animali solo in questa giornata, ma bisogna prestarne attenzione anche durante il resto dell'anno. Basta prendere piccoli accorgimenti e maggiore consapevolezza quando facciamo la spesa, come evitare di acquistare prodotti provenienti da allevamenti intensivi. Con questo non significa che in un certo senso dobbiamo rivoluzionare le nostre abitudini ma cercare di avere un occhio di riguardo su quello che acquistiamo che inoltre porterà benefici ulteriori alla nostra salute.
Il rispetto verso gli animali deve esserci sempre e non solamente nella "Giornata internazionale dei diritti degli animali".

"Infatti sembra che, se sono obbligato a non fare alcun male al mio simile, non è tanto perché esso è un essere ragionevole quanto perché è un essere sensibile — qualità che, essendo comune all'uomo e alla bestia, deve dare a questa almeno il diritto di non essere maltrattata inutilmente da quello."

(Jean-Jacques Rousseau)

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