Genova, ponte Morandi
Il soccorso e le unità Cinofile
La ricerca su macerie prevede, spesso, l'utilizzo dei cani per la ricerca di persone. E' il caso di Genova, come quello degli ultimi due terremoti che hanno colpito gravemente e profondamente la nostra terra. I cani ed i loro conduttori: sembra una banalità specificarlo, ma per chi non è del settore è bene ricordare che i cani sono dei veri e propri "colleghi" dei conduttori e, nell'ormai quasi totalità, sono anche loro compagni di vita.
Circolano molti video dove si vedono cani, con apposite imbracature, messi in spalla come uno zaino ai pompieri che poi si calano, o altri che vengono trasportati nelle zone di intervento. Questi cani, o meglio questi eroi, per compiere ogni gesto che apparentemente viene svolto con disinvoltura, hanno passato ore e ore a sessioni di addestramento cinofilo, di prove, di simulazioni. Sì perchè, quando si interviene, bisogna avere la "certezza" che il cane segnali la presenza di persone sepolte senza alcun margine di errore. Questo livello di preparazione si raggiunge con non poco lavoro e con non poca preparazione.
Il cane si presta a salire sulle macerie (cosa non semplice peraltro), dovendo valutare il peso e la grandezza. Molte volte sono determinanti persino per non creare crolli secondari. Il loro tempo di lavoro, o meglio l'ottimale impiego, si aggira sui venti minuti nei cani esperti. Sarebbe possibile prolungare il loro impiego, ma ne conseguirebbe una grossa responsabilità da parte del conduttore, oltre che una profonda conoscenza del suo collega a 4 zampe.
Occorrono circa 18 mesi di preparazione per ultimare un binomio operativo.
Non consiste solo nel saper odorare ed usare il naso, ma nel saper lavorare in condizioni di forte stress, con la pioggia, con la costante presenza di rumori e persone oltre alle centinaia di altri stimoli a cui sono sottoposti durante gli interventi in scenari operativi come quello di Genova con i Vigili del Fuoco
La conformazione del naso del cane è molto particolare; uno "strumento eccezionale" che permette, dalle ultime ricerche effettuate, di saper discriminare, ovvero riconoscere, la presenza di alcune gocce di benzina dentro una piscina olimpionica. Ciò per comprendere quanto sia sensibile nel rilevare la presenza di persone.
Una cosa è certa, il suo aiuto e il suo intervento, vanno ben oltre queste parole. Sicuro che un giorno, gli sarà assicurato il giusto riconoscimento. Al momento non ci resta che pregare per Genova e le sue vittime e di migliorare e migliorarci per chi, come ogni istituzione intervenuta, possa dall'esperienza far meglio.
Vicini a tutta Genova
Francesco Fabbri, Istruttore Tecnico cinofilo, CEO Dobredog, referente nazionale Opes Cinofilia