Far conoscere il cane ai bambini
della scuola materna Don Pio Rossi

Lavorare con i bambini è sempre un’avventura, loro vivono tutto in tre dimensioni e non puoi andare da loro e spiegare le cose nella teoria. I bambini non solo vogliono capire, ma essere dentro a quello che dici, viverlo, toccare, sentire, annusare.
E questo è quello che ho fatto con i bambini della scuola materna Don Pio Rossi, progetto sostenuto dalla Cooperativa Paim. Entrando nella loro sezione ho trovato un gruppo di quasi 30 grembiulini eccitatissimi, pronti a proiettarsi in una grande e misteriosa avventura: il cane.
L’obiettivo principale di questa impresa era far capire a quei bambini che il coso peloso che avevano davanti non era un giocattolo, ma un essere vivente che ha un suo linguaggio, dei sentimenti e li manifesta in maniera chiara, stava a noi imparare a capirlo durante il nostro viaggio, al fine di far loro imparare come avvicinarsi ad un cane, cosa fare e cosa no nella vita di tutti i giorni con il proprio cane o con quello incontrato fuori per caso.
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La prima tappa dell’impresa è stata imparare ad avvicinarsi in modo corretto, osservare, toccare saper gestire il proprio corpo e la propria voce nel rispetto di chi non è come te e si presta a farsi accarezzare, nel rispetto dei tuoi compagni che hanno i tuoi stessi diritti e non devono essere disturbati. Il rispetto è un’arma fondamentale per il nostro viaggio e bisogna imparare da subito ad usarla.
La fase iniziale è sempre caratterizzata dalla maggioranza dei bambini che va arginata nella sua esuberanza nei confronti del cane e da una piccola minoranza che, invece, manifesta diffidenza e che quindi va accompagnata al contatto.
Proprio per favorire l’accompagnamento al contatto, è stata proposta la camminata della fiducia in cui un bambino ne accompagna un altro bendato in un percorso ad ostacoli: in questo modo si ha la responsabilizzazione di chi conduce nei confronti di chi è bendato, a sua volta chi è condotto si responsabilizza nei confronti del cane che sta conducendo al guinzaglio e si affida a chi lo sta guidando. In questi momenti si vede la bellezza dei bambini che, al di là della loro età (in questo laboratorio la fascia era 3\6anni) danno il meglio di sé ed hanno un senso di responsabilità nei confronti dell’altro che va al di là delle nostre aspettative, ognuno a suo modo, chi con parole rassicuranti chi invece con maniere più spicce, ma sempre stando attenti a quella manina che nel momento di incertezza si stringeva di più alla loro o al passo che diventava più incerto.
Passare da osservare e toccare a non vedere e sentire è sempre emozionante per i bimbi che hanno accolto le prove sempre con tanto entusiasmo.

Per imparare a conoscere il cane e viverlo in 3d certamente c’era bisogno anche di vederlo in azione, oltre che condurlo o toccarlo e, quindi, sono stati proposti giochi di ricerca in cui i bambini divisi in squadre hanno nascosto dei bocconi, che sono stati prontamente trovati dai cani con tanto di tifo e suggerimenti da parte degli alunni, e giochi di attivazione mentale in cui i bambini hanno costruito con la carta dei nascondigli per i bocconi ed ognuno ha proposto il proprio al cane che aveva il compito di riuscire ad arrivare al biscotto.
Con l’aiuto dalle canzoni sono state spiegati i modi di comunicare dei cani collegandoli a ciò che erano state le esperienze dirette dei bambini, partendo dal cantare, ballare e fare la ginnastica dei cani siamo arrivati a capire:
- il motivo per il quale il cane scodinzola e come mai è così importante che la coda sia lunga (perché funziona come un telefono e ci dice le cose anche se siamo distanti);
- cosa ti vuol dire a seconda di come muove la testa, o se sbadiglia o se fa la pipì in un modo piuttosto che in un altro
arrivando alla conclusione che il cane esprime i sentimenti che sentiamo anche noi solo in modo diverso perché, come dicono i bambini, il cane va su quattro zampe mica su due e non può usare le mani .
La nostra avventura si è conclusa e sono sicura che i bambini abbiano capito in tre dimensioni cosa voglia dire stare vicino ad un cane, partendo dall’osservazione da lontano fino ad arrivare al contatto non solo della mano, ma anche del cuore.