La domenica del 20 maggio 2018 l’accademia di istruzione e cultura cinofila Dobredog, con
la collaborazione di professionisti nel settore della medicina veterinaria, si è riunita in un
convegno organizzato a Modena per trattare l’argomento dell’aggressività canina; un
argomento molto sottile che merita una particolare attenzione non solo per fare una buona
informazione, ma anche per scagionare falsi miti che ormai si sono inseriti nel panorama
sociale sul tema l’aggressività dei cani.
Un evento aperto a tutti quindi, con l’obiettivo finale di divulgare materiale informativo per
essere a conoscenza delle cause principali che scatenano il comportamento aggressivo nel
cane. L’evento si è aperto in mattinata con la presentazione di Francesco Fabbri, esperto in
riabilitazione comportamentale nonché presidente dell’accademia cinofila Dobredog.
L’esperto spiega partendo da svariati assunti sul concetto di aggressività che non esistono
geni dell’aggressività insiti nel nostro organismo, ma altrettanti che suggeriscono allo
stesso cosa è possibile fare in determinate situazioni, rendendo così l’aggressività un
fattore funzionale del tutto normale. Il dubbio come fa notare, sorge quando questo
meccanismo si innesca in maniera anomala e fuori luogo, che di conseguenza lo
classificherebbe come “patologico”.
L’aggressività di un cane passa attraverso diverse fasi comportamentali che ne comunicano l’intenzionalità, definendo così patologico il comportamento aggressivo privo di queste fasi, ovvero, quando non è più prevedibile e fuori luogo. Questa prima parte vede la sua conclusione con delle norme da adottare come:
riesaminare la dieta del cane, questo perché da una fisiologia dell’aggressività si potrebbe ricondurre il comportamento anomalo anche in base a ciò che mangia; essere chiari, coerenti e soprattutto rilassati, in quanto animali estremamente percettivi dotati di organi di senso più sensibili dei nostri.
A seguito dello spazio lasciato a domande e perplessità, il proseguo della giornata ha visto gli interventi della Dott.ssa Vanessa Mussini, Veterinario comportamentalista e istruttore cinofilo opes-coni, della dott.ssa Michela Mattioli e del Dott. Giuseppe Volpe anch’essi comportamentalisti professionisti.
Partendo dalla prospettiva della Dott.ssa Mussini viene messo in evidenza che una vera e propria definizione di aggressività non esiste, o almeno, ne esistono svariati tipi che col passare degli anni hanno subito diverse modifiche. Essendo comunque una strategia di comunicazione impiegata per gestire stati di ansia e stress, viene spiegato che più questo comportamento verrà utilizzato come sistema comunicativo, più diventerà un comportamento strutturato e consolidato nella mente del cane. Il consiglio della professionista è pertanto quello di avere un atteggiamento preventivo qualora si abbia il sospetto che questo protocollo venga usato in maniera anomala.
La Dott.ssa Mattioli è invece intervenuta da un punto di vista più tecnico. Sono stati analizzati dei casi clinici che lei stessa ha avuto in custodia nei quali si fa riferimento alle caratteristiche comportamentali affrontate in precedenza, dove sono state ricercate le possibili cause che hanno portato il cane ad aggredire e a sviluppare l’atteggiamento
aggressivo, facendo poi riferimento a dei possibili interventi risolutivi sia di tipo farmacologico che terapeutico-comportamentale.
Giunti all’ultima parte della giornata viene esposta dal Dott. Giuseppe Volpe l’organizzazione e la formazione di questi moduli comportamentali su base fisiologica. L’aggressività infatti, come affermato, è un fenomeno fisiologico che può essere influenzato da diversi fattori; un fenomeno da comprendere e da non sottovalutare che necessita quindi una corretta valutazione specialmente in ambito professionale.
In conclusione si è assistito a una giornata ricca di informazione preziose che senz’altro ha lasciato il segno negli animi dei partecipanti, trattando argomenti che non sempre sono all’ordine del giorno e che nella maggioranza dei casi vengono demonizzati da un’informazione non del tutto completa. Il punto di vista deve essere sicuramente
spostato, non in riferimento a quello che vogliamo per noi, ma su una consapevolezza in nome del rispetto reciproco. Insomma, atteggiamenti di specie differenti che possono convivere facilmente se solo ci sforzassimo di più a capire il loro mondo.
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Vladimir Magi