Botti…da paura!!!
Umberto Galimberti definisce la paura un’ “emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia.
La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza, disponendolo, anche se in modo non specifico, all’apprestamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga”.
Tale definizione non riguarda solo il genere umano ma anche quello animale e, in particolare, i nostri amici a 4 zampe.
La vita emozionale degli animali
Questo argomento viene affrontato nel Corso Educatore Cinofilo DobreDog
I festeggiamenti (almeno nella contemporanea accezione socio-culturale del termine) per l’inizio del nuovo anno sono alle porte e, mentre in rete abbondano e si rincorrono consigli, regole e decaloghi per preservare i nostri animali domestici dalle conseguenze dell’uso di botti e fuochi artificiali, ci chiediamo se noi proprietari siamo realmente consapevoli di che cosa si genera nei nostri cani quando esposti a detonazioni forti, improvvise e, spesso accompagnate, dalla vista di altrettanto inattese luci e folgorazioni.
Come illustrato nei primi moduli formativi del Corso Educatori Cinofili, le emozioni sono il frutto della presa in carico di sensazioni, ovvero di acquisizioni di stimoli da parte dell’organismo attraverso le vie nervose. Tra le emozioni cosiddette primarie (perché innate), vi è la paura compagna (ahimé) del capodanno di molti cani a causa del trauma arrecato dalle vere e proprie esplosioni che incendiano paesi, quartieri e città.
Trovarsi “preda della paura” non è solo un modo di dire. Lo stimolo uditivo scaturito dalla deflagrazione è percepito dall’orecchio e l’informazione è trasferita al sistema nervoso centrale e, più in particolare, analizzata da una delle sue componenti più antiche, il sistema limbico. Se lo stimolo è valutato “innocuo”, l’informazione prosegue il suo viaggio verso la neocorteccia dove viene processata razionalmente ed elaborata una risposta idonea. Se, al contrario, lo stimolo è ritenuto “pericoloso”, viene automaticamente messa in atto una reazione organica indipendente dalla volontà e che si traduce in comportamenti di attacco o di fuga.
L’individuo, e nella fattispecie il cane, è così sequestrato dalla paura elaborata a livello limbico ed esprime gesti che, anche agli occhi di noi proprietari, appaiono caotici, frenetici, incontrollabili, addirittura insensati. Viene meno ogni forma di ascolto e di attenzione. Il nostro compagno a 4 zampe diventa irriconoscibile. Le reazioni di fuga, alle quali, in occasione dei botti di fine anno, si assiste più frequentemente possono mettere a repentaglio la sicurezza e, talvolta, la vita del cane (ferite, urti, cadute, autolesioni…).
Come spiega V. Beghelli in Fisiologia degli animali domestici, sebbene sia sovrastato dalla massa degli emisferi cerebrali, il sistema limbico, preposto alla selezione degli stimoli potenzialmente pericolosi, contrae scarsi rapporti con tali strutture e, nonostante sia dimostrata un’influenza reciproca tra comportamento emozionale e attività della neocorteccia, le emozioni rappresentano una manifestazione indipendente dalla volontà. La paura dei botti di capodanno ne è, senz’altro, la dimostrazione emblematica.
Francamente, non ci sembra il modo migliore per augurare a chi ci sta vicino 365 giorni all’anno un felice 2018…
Hilenia Polini