Il decadimento Cognitivo dell’uomo e l’empatia del cane – Pet Therapy – IAA

Pet Therapy e Alzheimer

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[…] “Tutti pensiamo che l’uomo sia l’individuo più dotato di intelligenza e di sentimenti, ma siamo sicuri di questo? Noi stiamo scoprendo un mondo che fino ad ora, era a noi purtroppo, sconosciuto… c’è molto da scoprire e molto da capire …il cane non è, che non ha parole… Il cane le toglie!”

Le famiglie sono quelle che risentono maggiormente… Perché avere un malato di Alzheimer “in casa” rende tutti i componenti della famiglia coinvolti sia a livello sociale che a livello psicologico. Cercare di alleviare tale situazione può essere un compito della Pet Therapy.

Il cui scopo è di eliminare uno stato di malattia o ridurne gli effetti negativi sulla salute e più in generale di migliorare la qualità della vita e lo stato generale di benessere, ha effetti benefici anche sui malati di Alzheimer. In particolare la presenza di animali domestici si riflette positivamente su alcuni parametri comportamentali e cognitivi dei pazienti affetti da Alzheimer ricoverati presso strutture ospedaliere.

Questo lavoro è frutto di un’esperienza condotta presso il centro “Casa di Riposo Belvedere” Lari (PI).  Con cautela è stato messo in contatto il cane con i pazienti che non erano in grado di esprimersi,pronti ad interrompere nel caso in cui ci fossero state reazioni negative.

Di seguito vengono riportati alcuni esempi di terapie da attuare durante la seduta:

  • far tirare la pallina (attivazione motoria)
  • preparazione della ciotola e offerta dell’acqua (condivisione di un bene comune)
  • proporre al cane un bocconcino
  • introdurre un peluche a forma di cane per parlare delle caratteristiche fisiche (utile per la memoria e per l’interazione di gruppo)

Seduta dopo seduta abbiamo ottenuto dei risultati molto positivi sull’umore dei pazienti, sulla riduzione dell’ansia, sull’incremento delle interazioni verbali, sul potenziare la memoria  e sulla partecipazione alle attività di gruppo.

Conclusioni :

Si può certamente affermare che la presenza del cane procura sollievo ai pazienti, riduce lo stato d’ansia, contribuisce a mantenere vive e attive alcune capacità, rallentando l’evolversi della malattia, e porta numerosi e intensi momenti di intimità e affettività rivolte non solo ai cani, ma anche agli operatori.
Tutti i cani utilizzati nel programma sono stati testati e preparati e, nel corso delle sedute hanno ben tollerato e sopportato impreviste “strizzate” e “tirate” di orecchie, abbracci improvvisi, forti e incontrollati, urla e grida:
per questo motivo il cane che partecipa ad una seduta di questo tipo, è molto vulnerabile e ha bisogno della più attenta e scrupolosa protezione.

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