Adottare un Cucciolo,
la mia esperienza con Kiki
Avere in casa un cucciolo è certamente un grande piacere, un soffio dì vitalità e brio alla vita monotona che spesso conduciamo. Per capire come educarlo, però, è bene sapere quali sono le tappe del suo apprendimento dalla nascita fino ai primi mesi di vita e, soprattutto, come gestire le fasi in cui lo vedranno separarsi pian piano dalla famiglia d’origine.
La prima cosa da sapere, potrà sembrare banale ma non lo è affatto, è che dovremo assumerci grandi responsabilità, quindi, una scelta da fare con totale lucidità. Le regole sono pazienza, perseveranza, fermezza, impegno, tempo dedicato con molti respiri Zen e la spesa economica, cosa da non sottovalutare. Detto tutto ciò vi racconto la mia esperienza con la mia cucciola di Golden Retriever Kiki.
Sono andata a trovare la cucciolata una volta a settimana circa sin dal periodo neonatale: quello in quale i cuccioli, totalmente vulnerabili, strisciano ciechi e sordi verso i capezzoli della madre e pensa lei a lambirli per favorire l’eliminazione di urina e feci. Nelle volte successive ho potuto osservare importanti cambiamenti fisici, nel periodo di transizione per esempio, quando il cucciolo apre gli occhi e comincia a sentire e a zampettare in modo buffo qua e la tutti insieme per poi svenire nel sonno uno sopra l’altro o vicini; nel periodo di socializzazione che dura dai 21 giorni a 3 mesi, che per una parte è avvenuto nella cucciolata dove i cuccioli si mordicchiavano, correvano e la madre insegnava loro l’inibizione del morso mentre i più agitati e prepotenti il trattamento che gli offriva la mamma era una bella abbaiata per poi portarli con la bocca lontano dagli altri.
In tutte quelle occasioni ho avuto la possibilità di scegliere il soggetto più affine a quello che avrei voluto per me; li avevo osservati bene e ho scelto la piccola Kiki, che allo scadere dei due mesi di vita avrebbe continuato la sua crescita nella nostra famiglia.
Concordato il giorno che sarebbe venuta a casa, mi sono preparata per accoglierla a dovere, ho perlustrato tutto il giardino così da essere sicura che non ci fossero pericoli, sono andata a comprare guinzaglio, collare, spazzola, giochi e con l’esperienza che ho avuto con gli altri volutamente ho evitato il cuscino perché so che d’estate coi gradi che salgono sul termometro i cani preferiscono dormire a terra per il fresco. Tutto era pronto per accogliere la new entry, dovevo decidere come presentare la piccola agli altri miei due cani: Yumi una grande Meticcia di un anno e mezzo un po’ esuberante perché in cuor suo si sente una piccola chiwawa e Hiro un Akita di sette anni con carattere da Samurai sempre fiero e dolcissimo. Hiro non ha difficoltà ad accettare le novità era già stato rodato dall’arrivo di Yumi quindi perciò ho preso la decisione di lasciarlo tranquillo a casa mentre Yumi ( lo scoglio più grande ) l’ho portata con me a conoscere Kiki in un terreno neutro; sembrava che l’avesse accettata subito, anche in macchina non ci sono stati problemi fino a quando non siamo arrivate nel giardino di casa dove lo scenario era cambiato notevolmente. Braccava la piccola Kiki, non le faceva fare un passo senza placcarla e avevo paura che con la sua mole potesse in qualche modo farle male.
La situazione non era proprio come l’avevo immaginata ma non mi sono fatta prendere dallo sconforto e ho pensato: “usiamo la prossemica, quand’è che un animale è in intimità con l’altro? Quando dormono insieme!” quindi perché non provare a far sì che lo diventino creando intimità?! Mi sono chiesta io. Così ho fatto dormire dalla prima sera la piccola Kiki con Yumi nella mia stanza da letto e magicamente in soli due giorni e con tutte le attenzioni che richiedeva il caso le due sono diventate intime abbastanza per giocare insieme senza farsi male in modo che Kiki potesse pure esplorare giardino e casa senza nessun tipo di problema. Dopo una settimana le due giocano e si cercano, direi una bella vittoria per tutti.
Per quanto riguarda Hiro l’altro membro peloso della famiglia non si è smentito , con l’atteggiamento da samurai osserva tutto con distacco ma attento e se Yumi esagera è lui che ristabilisce l’ordine .
La Vita di un cucciolo è molto semplice pappa cacca gioco e nanna, detta in questo modo sembrerebbe no? In realtà ti occupano tutta la giornata. I piccoletti mangiano quattro volte al giorno, quindi il branco si sveglia presto e cominciamo la giornata con il preparare le ciotole con il cibo per tutti; tal proposito voglio raccontarvi del primo giorno di Kiki e del suo approccio al cibo. La piccola si sveglia tutta pimpante, carina direi, adorabile ma appena vede che sto preparando il mangiare si trasforma in una famelica piranha e scattata la prima regola che consiste nel fornire cibo solamente quando regna la calma. Le cose si ottengono con la calma, questo è il concetto.
Dovevo essere stata talmente determinata che è bastato una volta e ricordato la seconda perché quel comportamento non venisse più riproposto.
Altra cosa di fondamentale importanza sono le passeggiate. Per un cucciolo devono essere frequenti e ripetute nell’arco della giornata, soprattutto dopo che ha mangiato e/o bevuto usciamo per insegnarle a fare cacca e pipì fuori, ed ogni volta che la fa elogio moltissimo.
Devo dire inoltre che al parco sono molte le persone che hanno cuccioli e che si scambiano consigli a dir poco infondati per (il problema cacca pipì ) come ad esempio strusciare il muso del piccolo cane sull’urina , fare rumore con un giornale per impaurirlo o ringhiargli contro come un matto, far finta di piangere, mettere salviette in tutta la casa; informarsi sarebbe la cosa migliore da fare se si è inesperti perché questo potrebbe compromettere il naturale sviluppo mentale del nostro piccolo peloso. Il cucciolo ha sì l’autonomia degli sfinteri, ma non riesce a controllarli in autonomia, allora perché fare tutta quella fatica inutilmente?
Quello che funziona per me è osservazione, prevenzione e un sacco di opportuni complimenti e ricompense. Le prime passeggiate di Kiki sono state camminate consapevoli, quindi tutto è lento tutto è nuovo, ogni senso ha percezione di ciò che lo circonda, gli odori i rumori il contatto; è maestra nella lentezza e si gode ogni singolo istante. Quando un rumore è troppo forte mi guarda con gli occhietti spalancati come a chiedermi: “è normale questo rumore?” Io non faccio assolutamente niente e quel non fare le conferma che può tornare a fare ciò che stava facendo.
Ci sono anche le passeggiate senza guinzaglio in libertà con gli amici a quattro zampe dove si può corre e si impara a tornare quando ci viene richiesto. Mi accompagna anche per negozi, bar, centri commerciali dove conosciamo persone di ogni genere: anziani, bambini, donne, uomini ecc. È importante che il cucciolo si abitui a tutte queste esperienze.
È molto importante anche il momento della pulizia e anche per questo abbiamo ritualizzato il momento della spazzolatura: comincio sempre da Hiro, il più grande; lo spazzolo, gli guardo la bocca i denti le orecchie e le zampe poi passo a Yumi e finisco con Kiki, stesso trattamento per tutti.
Con questo articolo non intendo divulgare niente di specifico, ma passarvi un po’ della mia esperienza raccontando un po’ la giornata tipo di un cucciolo e della sua Mamma bipede (cioè io).
Per gli indiani d’America gli animali sono ricevitori di energia e gli umani canalizzatori, quindi possono decidere dove mettere le loro energie. Io ho deciso di donarle a questi esseri così speciali che a loro volta mi insegnano che la felicità si trova sempre nelle cose semplici e che il momento presente è quello che conta ed essere semplicemente ciò che siamo è la cosa più corretta. Mi portano fuori con qualsiasi tempo per farmi rimanere in forma insegnandomi a festeggiare la vita tutti i giorni offrendomi la possibilità di amare ed essere amata così da curarmi il mio Io.
È per questo che Siamo un bel branco di anime.
Michela del Bimbo, Studente al Corso Educatore Cinofilo di Pisa (II edizione 2019)