Addestratore cinofilo ENCI
facciamo chiarezza
“L'ENCI è un'associazione di allevatori a carattere tecnico-economico, ha lo scopo di tutelare le razze canine riconosciute pure, migliorandone ed incrementandone l'allevamento, nonché disciplinandone e favorendone l'impiego e la valorizzazione ai fini zootecnici, oltre che sportivi. . Per il conseguimento di questi fini l'Ente:
a)regola e controlla la produzione e l'allevamento dei cani di razza con particolare riguardo alle esigenze della cinotecnia italiana;
b) cura la tenuta dei libri genealogici e registri anagrafici nel rispetto della normativa vigente, sulla base di appositi disciplinari approvati con decreto del Ministero in armonia con le normative comunitarie con particolare riguardo al D.L.vo 30/12/1992 n. 529, attuativo della direttiva CEE n. 91/174, nonché nel rispetto degli indirizzi della Federazione Cinologica Internazionale (F.C.I.) in quanto compatibili;
c) provvede alla formazione, alla qualificazione tecnica ed all'aggiornamento culturale di giudici ed esperti da impiegare per la valutazione delle caratteristiche morfologiche e funzionali di soggetti appartenenti alle razze canine, istituendo e tenendo aggiornato il relativo Registro sulla scorta di disciplinari approvati dal Ministero con proprio decreto. Provvede altresì alla tenuta ed aggiornamento degli elenchi di altri specialisti della cinotecnia e ne cura la preparazione tecnica e l'aggiornamento culturale;
d) regola, approva, riconosce, patrocina ed organizza in Italia, anche direttamente, esposizioni, prove, corse ed ogni altra manifestazione cinotecnica anche con finalità sportive, al fine di verificare i risultati zootecnici e favorire la selezione dei prodotti dell'allevamento nazionale. Può intraprendere anche all'estero le iniziative di cui al comma precedente intese a favorire la conoscenza e la valorizzazione dell'allevamento italiano.…………………..”
“L'ENCI è un'associazione di allevatori a carattere tecnico-economico, ha lo scopo di tutelare le razze canine riconosciute pure, migliorandone ed incrementandone l'allevamento, nonché disciplinandone e favorendone l'impiego e la valorizzazione ai fini zootecnici, oltre che sportivi. . Per il conseguimento di questi fini l'Ente:
a)regola e controlla la produzione e l'allevamento dei cani di razza con particolare riguardo alle esigenze della cinotecnia italiana;
b) cura la tenuta dei libri genealogici e registri anagrafici nel rispetto della normativa vigente, sulla base di appositi disciplinari approvati con decreto del Ministero in armonia con le normative comunitarie con particolare riguardo al D.L.vo 30/12/1992 n. 529, attuativo della direttiva CEE n. 91/174, nonché nel rispetto degli indirizzi della Federazione Cinologica Internazionale (F.C.I.) in quanto compatibili;
c) provvede alla formazione, alla qualificazione tecnica ed all'aggiornamento culturale di giudici ed esperti da impiegare per la valutazione delle caratteristiche morfologiche e funzionali di soggetti appartenenti alle razze canine, istituendo e tenendo aggiornato il relativo Registro sulla scorta di disciplinari approvati dal Ministero con proprio decreto. Provvede altresì alla tenuta ed aggiornamento degli elenchi di altri specialisti della cinotecnia e ne cura la preparazione tecnica e l'aggiornamento culturale;
d) regola, approva, riconosce, patrocina ed organizza in Italia, anche direttamente, esposizioni, prove, corse ed ogni altra manifestazione cinotecnica anche con finalità sportive, al fine di verificare i risultati zootecnici e favorire la selezione dei prodotti dell'allevamento nazionale. Può intraprendere anche all'estero le iniziative di cui al comma precedente intese a favorire la conoscenza e la valorizzazione dell'allevamento italiano.…………………..”
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Mi sembra abbastanza chiaro che si tratta di un’associazione privata
(Tale natura privatistica è stata affermata dalla Corte di cassazione, sezioni civili riunite, con sentenza n. 1404 del 2 marzo 1972. La personalità giuridica privata è stata sempre riconosciuta in occasione delle modifiche statutarie fino al 2000, avvenute prima con decreti del Presidente della Repubblica 20 aprile 1960, n. 553, e 8 giugno 1982, n. 693, e, da ultimo, con decreto ministeriale 24 aprile 2000 n. 20640. Con decreto ministeriale n. 21909 del 28 giungo 2006 è stato ratificato il nuovo regolamento di attuazione del predetto statuto.
Il fatto di gestire il libro genealogico del cane di razza non comporta mutamenti nella natura giuridica dell’ente, né, tanto meno, sottintende una delega di poteri pubblici da parte dello Stato, in quanto l’attività in parola non deriva dallo Stato, ma dai soci cinofili che hanno istituito il libro in questione, sopportandone i costi individuali per la selezione e collettivi per la gestione ed i servizi forniti dalle stesso ente. Infatti il decreto legislativo n. 529 del 1992 afferma che i libri genealogici sono istituiti dalle associazioni nazionali di allevatori di specie e razza. Le richieste approvazioni ministeriali dell'istituzione del libro e dei disciplinari che ne regolano la tenuta sono legate alla possibile rilevanza pubblica che l’attività in parola, che resta comunque privata, può rivestire per l’affidamento dei terzi sui documenti e le certificazioni che tale libro rilascia. Trattandosi quindi di attività di rilevante interesse pubblico e non di attività pubblica, l'amministrazione provvede ad approvare i disciplinari delle associazioni di allevatori (nel caso l’ENCI) che istituiscono e gestiscono libri genealogici (art. 2 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 529) e conseguentemente a vigilare sugli adempimenti previsti dagli stessi disciplinari. Audizione al Senato dell’11 ottobre 2009 del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali )
che si occupa di tutelare le razze canine (in particolare quelle italiane) da un punto di vista zootecnico, e che, A TALE SCOPO, ha dato il via a tutta una serie di iniziative, tra queste iniziative, come ben sappiamo, ha istituito il Registro degli addestratori:
1) L'Ente Nazionale Cinofilia Italiana (ENCI) istituisce il Registro degli addestratori cinofili nell’ambito delle attività connesse al Libro genealogico.
Questo per quanto riguarda, appunto, l’ENCI e i suoi Addestratori, sia secondo l’ENCI stessa che le norme di Legge.
Come risulta chiaro lo scopo principale delle attività dell’ENCI connesse ai suoi ruoli statutuari è quello:” di verificare i risultati zootecnici e favorire la selezione dei prodotti dell'allevamento nazionale.”
Ora: questa cosa può piacere oppure no, a seconda di come si consideri il cane, ma l’ENCI la vede così. PUNTO!
Capisco che a una persona che
- consideri il cane in maniera diversa da quella di “un prodotto” di un qualsiasi allevamento;
- se ne freghi del fatto che le sue caratteristiche fisiologiche siano diverse da quelle “previste” dai vari standard;
- veda un meticcio alla stessa maniera di un cane di razza e degno quindi di essere altrettanto tutelato;
- svolga un qualsiasi lavoro nell’ambito dell’educazione cinofila preoccupandosi del cane in quanto individuo e non in base alle sue caratteristiche fisiche e “di razza”,
il discorso dell’ENCI possa sembrare in contrasto con le proprie idee, ma ognuno (ENCI compresa) ha le proprie idee.
Quello che mi lascia un po’ perplesso è che chi, appunto, ha questa visione del cane completamente diversa da quella dell’ENCI si dia da fare, si impegni, frequenti uno dei tanti corsi di 150 ore (50 teoria e 100 di pratica) PER DIVENTARE ADDESTRATORE ENCI.
E non solo questo mi stupisce. Mi stupisce anche che, elencando tutta una serie di corsi, seminari, stages e chi più ne ha ne metta tesa a comprovare una sua “visione” del cane, tenga a sottolineare nei suoi biglietti da visita, nei suoi siti-web e magari anche nella club-house del suo campo il fatto di esserlo diventato.
Mi rendo conto che “pecunia non olet” (per dirla alla maniera degli antichi romani) ma, oggettivamente, avvalersi di un tale stratagemma per dimostrare di essere più “competenti” agli occhi di un potenziale cliente (che di tali differenze non ha la più pallida idea) mi pare “un pochino” incoerente.
E’ perfettamente logico che chi condivide l’ottica dell’ENCI col suo amore per i cani, la sua “visione” dei cani e la sua volontà di lavorare con essi veda nel titolo di Addestratore ENCI la sua collocazione professionale…… lo è “un po’ meno” per chi invece professa di avere idee completamente diverse da tale Ente.
Devo confessare di essermi messo a leggere i nominativi degli Addestratori ENCI (sono elencati nel suo sito) e devo confessare altresì di essermi trovato veramente in imbarazzo. Un imbarazzo dettato dal fatto che conosco personalmente molte delle persone che vi compaiono e SO che professano pubblicamente di avere idee completamente diverse da quelle dell’ENCI.
Il fatto di venirmi a dire che si sono date da fare per diventare Addestratori Enci, attraverso un corso di 150 ore, per acquisire maggiore professionalità validata anche da quel titolo....... beh! Non abbiatevene a male ma non mi convince.
La mia idea è che tale percorso sia stato intrapreso (parlo di chi dice di avere idee diverse dall’Enci, non di chi le condivide) unicamente per una questione di “convenienza”, per poter sbandierare un ulteriore "titolo” fregandosene bellamente della coerenza (o magari trovando un alibi, valido sino a mezzogiorno, sulla coerenza stessa).
So che questa nota, magari, risulterà sgradita a qualcuno che rientra in tale categoria ma ho il brutto difetto di dire quello che penso (pensieri discutibilissimi per carità) e di avere una MIA concezione della coerenza.